I ragazzi ricordano la Shoah



di Chiara De Colle e Eleonora Driussi, 3D Liceo Scienze Applicate 

Anche quest’anno gli studenti del Magrini Marchetti hanno partecipato, insieme agli allievi delle scuole medie di Gemona e Artegna,  all’annuale iniziativa “I ragazzi ricordano la Shoah”, che si è tenuta venerdì 27 febbraio al teatro “Lavaroni” di Artegna.
La nostra esperienza  è cominciata con la proposta della nostra professoressa di storia e filosofia di prendere parte a una lezione spettacolo.

Ogni anno la tragedia della deportazione e dello sterminio avvenuti durante la Seconda Guerra mondiale viene ricordata dagli studenti attraverso la lettura di testimonianze e documenti:  in questa edizione abbiamo scelto la questione  dei campi di concentramento italiani, in particolare quelli presenti nel nostro territorio,  un passato sconosciuto a gran parte della popolazione del Friuli.  I testi erano relativi all'internamento della popolazione slava, da parte del regime fascista, nel campo di concentramento di Rab-Arbe, in Croazia, e quello di Gonars, nella nostra regione.
Abbiamo voluto far parlare soprattutto i bambini: attraverso le testimonianze dei più piccoli si percepisce con maggiore drammaticità come nei campi di concentramento italiani, dove vennero internati circa 100.000 civili jugoslavi, le condizioni fossero disperate: nonostante le proteste della Santa Sede, le razioni di cibo previste rimasero di 80 grammi di pane giornalieri, senza distinzione di età, a dimostrazione che per annientare un popolo non serve condannare a morte, ma basta lasciar morire di fame.
La preparazione delle lettura scenica è avvenuta in una serie di incontri pomeridiani, durante i quali insieme ai docenti abbiamo letto, selezionato e ordinato le testimonianze, per poi  assegnare a ciascuno  la propria parte, distinguendo tra narratori, testimoni e voci ufficiali delle istituzioni. Alcuni di noi si sono occupati degli aspetti tecnici, visto che la lettura scenica prevedeva anche la proiezione di immagini e documenti, oltre all’accompagnamento musicale con il violino. Abbiamo quindi fatto diverse prove affinché la nostra lettura risultasse scorrevole e adeguata, ma anche  per imparare i tempi e i movimenti sulla scena. Il giorno dello spettacolo la preparazione è iniziata circa quattro ore prima, ovvero dalle 16.30, per effettuare una prova generale, questa volta con luci e microfoni, fondamentali per la buona riuscita (c’è stato anche il tempo per una cena in compagnia, per essere nel pieno delle forze e sconfiggere la paura del pubblico, che ci aveva colto alla sprovvista!).
Una volta saliti sul palco, ognuno di noi ha svolto il proprio compito, cercando di trasmettere a una platea molto numerosa le emozioni provate nel raccontare una storia così atroce, carica  di sofferenza e disumanità, che riguarda tutti. Nel corso della serata abbiamo condiviso il palco con gli studenti delle Scuole Medie, i quali hanno mostrato come il regime fascista utilizzasse anche i testi scolastici per trasmettere idee razziste.
Questa esperienza, oltre a offrirci il piacere di trascorrere del tempo e confrontarci con studenti di altre classi del nostro Istituto,  ci ha permesso di conoscere un frammento di storia che, purtroppo, ignoravamo. Una storia che è necessario raccontare per non dimenticare.

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