“Lo sbarco in Italia mi ha fatto rinascere”


Di Anna Laratro –(redazione blog)

Venerdì 13 Febbraio l'istituto gemonese Magrini-Marchetti di Gemona è stata il luogo di un evento illuminante.
Una ventina di studenti si sono riuniti in un’aula per ascoltare le storie di 4 giovani rifugiati, provenienti da Sudan, Camerun, Eritrea e Afghanistan. Quattro rifugiati che, prima di essere definiti tali, sono ragazzi come noi, pieni di sogni e speranze per il futuro. Abbiamo ascoltato le loro imprese e i rischi che hanno affrontato per arrivare sani e salvi fino all'italia, cercando di immedesimarci anche se credo che noi non potremo mai capire del tutto cosa hanno passato. Cosa mi ha colpito maggiormente?
Sicuramente il sorriso con cui hanno raccontato le loro esperienze, dure e pericolose come solo pochi hanno provato. Un sorriso sincero, quasi timido, e la loro voglia di vivere, mi hanno aperto un mondo di autentica speranza.
Elisa Dreosti (redazione blog)

[…]  Erano tra di noi, assieme, a condividere, ascoltare, aprire mente e cuore. I sorrisi erano contagiosi. Veder brillare i denti bianchi di chi, nonostante abbia perso tutto, ha vinto la battaglia più importante: quella della vita.
Guardavamo la scintilla negli occhi di coetanei che hanno affrontato attraversate nel deserto, otto giorni senza cibo né acqua, hanno visto guerra e morte. Eppure nello sguardo di quei giovani uomini risplende la gioia di chi è stato spezzato da un sistema, una famiglia, una società a cui non sentiva di appartenere, ma da cui si è allontanato per trovare la salvezza, la luce.
Due ore in cui quattro eroi hanno deciso spontaneamente di condividere i momenti più  dolorosi della loro esistenza, facendo crescere un pubblico variegato che, nella propria piccolezza, mai avrebbe pensato di apprezzare elementi della propria vita considerati scontati, quali la pace e la salute.
Sconcertante e al tempo stesso estremamente commovente. Racconti che fanno mancare il respiro.
Non sono mancati gli attimi di difficoltà, esporsi così a nudo ha mostrato tutta la sensibilità e la sofferenza provata. Cicatrici invisibili, ferite ancora aperte, tagli da rimarginare. La ricerca di un equilibrio interiore, o 'mentale' come è stato definito da uno dei quattro ospiti, è l'ultima tappa del loro percorso.
Dunque un ringraziamento speciale va a loro, prima di chiunque altro, per averci dato la possibilità di sapere e di essere partecipi ascoltando le loro parole, che, tra la pausa di un sorriso e di un sospiro, hanno fatto loro rivivere le sofferenze provate per giungere in Italia.



NB: un ringraziamento particolare all'Associazione Nuovi Cittadini di Udine (www.nuovicittadini.com) che opera nel campo della protezione dei rifugiati e che ci ha permesso di organizzare l’incontro.

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