di Anna Pittino (5Dlsa ISIS Magrini Marchetti)
1. Superamento
bicameralismo paritario
Al momento, al parlamento il potere di camera e senato è
uguale, e le leggi in Italia per essere approvate devono superare una sorta di
„ping pong“ tra i due organi, per venir approvate. Se il referendum passasse,
il Senato perderebbe questo potere.
# In questo modo il governo raggiungerebbe una maggiore stabilità, e si
supererebbe l’immobilismo che caratterizza l’approvazione delle leggi al
momento. Questa stabilità permetterebbe di superare il continuo alternarsi di
governi tecnici (governo a cui si ricorre in situazioni di emergenza).
# In
questo modo il potere si concentrerebbe nelle mani della maggioranza in
parlamento, poichè con l’Italicum (riforma della legge elettorale) coprirebbe
il 55% dei seggi. Le leggi resterebbero bloccate comunque, poichè le leggi che non incontrassero l’approvazione
della maggioranza non verrebbero discusse e resterebbero bloccate alle
commissioni.
2. Riduzione del
numero di parlamentari
Il senato perderebbe i poteri di cui parlavamo sopra, poichè
cambierebbe radicalmente: la sua formazione passerebbe, dai 315 membri più 5
senatori a vita, a 95 membri più 5 eletti dal presidente, il cui mandato dura 7
anni.
# Oltre alla maggiore stabilità che porterebbe questa scelta, si
raggiungerebbe un risparmio sostanziale.
# Il
senato attualmente copre un ruolo di grande importanza, e questo cambiamento
sarebbe solo negativo.
3. Diminuizione dei
costi per far funzionare le istituzioni
Con il cambiamento del senato, i senatori non vengono
pagati. O meglio, saranno già pagati in quanto saranno 74 consiglieri regionali
e 21 sindaci, pertanto riceveranno già il salario che avevano in precedenza.
# Il risparmio raggiungerebbe i 500 milioni di euro, in caso di vittoria
del sì.
# Il
risparmio stimato dalla Ragioneria dello stato non supera i 58 milioni; il
metodo di scelta dei sindaci e consiglieri regionali che diverranno senatori
non è abbastanza valido.
4. Soppressione del
C.N.E.L.
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è formato
da 64 consiglieri. La sua principale funzione finora è stata offrire pareri
riguardo alla promulgazione di determinate leggi di interesse regionale.
# Il C.N.E.L. è un organo vecchio, la cui funzione è superata, e la sua
eventuale soppressione porterebbe a un notevole risparmio.
# Il
C.N.E.L. ricopre una funzione importante, ed è necessario mantenerlo (in
verità, sono molte poche le persone a sostenere questa tesi, anche tra chi è a
favore del no).
5. Revisione del
titolo V della Costituzione
Questa parte della Costituzione definisce quali funzioni
sono di competenza dello stato e quali delle regioni. Ciò porterebbe
all’eliminazione definitiva delle provincie e ridurrebbe l’autonomia delle
regioni (escluse quelle a statuto speciale, che mantengono gli stessi poteri).
# Ciò porterebbe alla diminuizione della corruzione nelle istituzioni
regionali, e permetterebbe allo stato di occuparsi di elementi regionali che
abbiano un interesse economico nazionale.
# L’eliminazione
delle provincie sta già avvenendo, sebbene in maniera meno sensibile. La
proposta di legge riformata è poco chiara e necessiterà di ulteriori modifiche
nel caso venisse approvata.
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