di Hassam Bambore
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", così sancisce l'Art. 21 della Costituzione Italiana, al 1° comma, ed è sulla base di questo importante principio che si è svolto l'incontro con Giovanni Impastato (fratello di Peppino) nel corso della serata “GIOVANI, RESPONSABILITA’, COSTITUZIONE” organizzata dalla rete nazionale “Libera” in collaborazione con la rete “B*sogno d’esserci”.
Una serata in cui le nuove generazioni diventano, per certi versi, responsabili del proprio destino e delle proprie azioni future. Una serata dedicata ai giovani e alla divulgazione dei sani principi del buon vivere e della responsabilità. Insomma una serata all'insegna del rispetto, della memoria, e della responsabilizzazione di giovani e adulti, grandi e piccoli, quindi si tratta di un confronto e di una condivisione culturale.
Questo perchè la cultura non guarda in faccia, ma ti penetra nel sangue come un virus inevitabile, ti avvolge come il tiepido raggio di sole e ti arricchisce e si ingrandisce a dismisura giorno dopo giorno. La cultura è un valore condiviso, comune, qualcosa in cui ci si identifica; è un piatto che viene posto al centro del tavolo, e non viene negato a nessuno. Questo è emerso da una serata, che sicuramente avrà una continuità nel cuore di chi vi ha partecipato, nell'animo di chi ha ascoltato e nelle azioni di chi ha saputo cogliere il messaggio.
La serata della Costituzione rappresenta un momento di incontro che i diversi comuni si impegnano a mantenere, come una tradizione, all'insegna della trasmissione dei valori, come il rispetto e la responsabilizzazione. Essa non si limita solo alle nuove generazioni, ma viene estesa a tutta la comunità, con particolare attenzione ai giovani, in quanto rappresentano il futuro della nostra società.
Ospite in tale occasione è stato Giovanni Impastato (fratello di Giuseppe, l'attivista contro la criminalità organizzata, proveniente da Cinisi in provincia di Palermo). Giuseppe Impastato, conosciuto come Peppino è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato nel 1978.
Alla serata, però, hanno partecipato l'associazione Libera, altre associazioni che sensibilizzano e contrastano il fenomeno delle mafie, ed anche i giovani che hanno operato sui terreni confiscati alla criminalità organizzata. La serata ha visto protagonista Giovanni Impastato che ha saputo tenere testa ad un pubblico molto esigente e diverso a quello a cui era, sempre, abituato ad affrontare . Giovanni Impastato, la stessa mattina, aveva preso parte ad un'assemblea d'istituto, a seguito della visione del film "100 passi" proposto per un confronto e un dialogo istruttivo e costruttivo con gli studenti.
In entrambi gli incontri è emerso che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" e tutto si è svolto con grande rispetto e con un'attenta partecipazione. Questo in memoria delle pietre marcate di sangue e delle vite spazzate dal vento caldo con una pallottola; tutto questo serve per non dimenticare quanto i nostri padri hanno fatto in nome di una COSTITUZIONE, serve per non dimenticare quelli come Peppino Impastato.
Questa società deve continuare la lunga lotta affinché la criminalità organizzata non ci avvolga nei suoi tentacoli. La radicalità proprio nella lotta contro la mafia, purtroppo attuale, in un momento in cui la globalizzazione emargina e cancella le conquiste costate sacrifici, è la spinta che ognuno deve avere contro le ingiustizie che questa società, giorno dopo giorno, cerca di coprire con politiche propagandistiche. Oggi, l'esempio di Giuseppe Impastato è di fortissima attualità e la lotta non va intesa soltanto come lotta contro la mafia ma come difesa della democrazia e della democrazia conquistata, che rischia di essere persa.
Per poterla vincere, però, occorre insegnare alle nuove generazioni il rispetto per quelle ferite che non si sono ancora rimarginate e non lo saranno mai finché non facciamo di Giuseppe un punto di riferimento e non solo un'icona da venerare.
Hassam Bambore (5 TSS)
Maggiori dettagli sulla serata QUI
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