Il cambiamento climatico è quasi giunto al punto di non ritorno
Il clima sta cambiando in modo drastico e, a quanto sembra, irreversibile. Ci si prospettano disastri e calamità che non avranno nulla da invidiare alle grandi estinzioni di massa del passato. La Terra potrebbe diventare inabitabile entro la fine del secolo. In molti tuttavia continuano a sostenere che lo scenario che stiamo vivendo sia solo un periodo transitorio, destinato ad esaurirsi nel giro di qualche anno.
Ma la realtà è ben diversa: l'accumulo di gas serra accelera lo scioglimento delle calotte polari che, oltre a provocare l'innalzamento del livello dei mari, ci espone ad un pericolo ancora maggiore: circa 1800 miliardi di tonnellate di metano sono intrappolate nel permafrost e, se venissero liberate, avrebbero una capacità di riscaldamento 86 volte superiore di quella dell'anidride carbonica.
L'aumento della temperatura porta con se conseguenze terribili: ipertermia e morte, siccità, migrazione delle malattie, inquinamento dell'aria e degli oceani, diminuzione della produttività agricola.
Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite e la Banca mondiale hanno stilato una serie di rapporti che permettono di comprendere le dimensioni del problema. Con il trend attuale, si prevede un aumento medio di 4/5 gradi Celsius per il 2100, il che significherebbe la desertificazione di tutte le zone attualmente considerate a clima temperato.
Di fronte a queste previsioni catastrofiche, appare necessario rinunciare all'utilizzo di combustibili fossili. Soltanto con l'abbandono quasi totale di questi ultimi entro un decennio potremmo rispettare i termini dell'Accordo di Parigi, il quale prescrive di mantenere l'aumento della temperatura sotto i due gradi.
Questa soluzione risulta però difficile da seguire sia per l'inerzia mostrata dai governi sia per le resistenze che incontrerebbe nei paesi la cui economia è fondata sullo sfruttamento dei combustibili fossili.
È indispensabile che tutti prendano coscienza delle situazione, poiché il tempo per gli errori è terminato. È quanto mai fondamentale che le istituzioni, nazionali ed internazionali, intervengano per rispettare e far rispettare le leggi in materia di protezione ambientale e per promuovere nuovi stili di vita ecosostenibili, na va del nostro futuro.
Luca Pellegrini ISIS MAGRINI-MARCHETTI 3°Als 18/11/2018
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